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Mille mesi

Romanzo
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Intrattenimento di classe superiore.
Una “crime story” dal ritmo serrato, ambientata in un Paese mediterraneo nel 1994. Avvincente, intensa, con numerosi colpi di scena: va via tutta d’un fiato, come un film, per un piacere di lettura garantito.

Uscita: sett. 2018
Pagine (versione
cartacea): 160

Formato cartaceo: 13,3x20,3cm,
brossura, stampa digitale on-demand
Ebook: versioni Kindle™ e ePub
ISBN 9788865010099 (carta), 9788865018163 (eBook)

Un cadavere rinvenuto fra le rovine di un’antica abbazia con mezzo milione di marchi stipati in una valigetta stuzzica Rainsbury Fosgate, detective di provincia. Il quale, inseguendo un avanzamento di carriera che lo possa condurre lontano dalla propria tragedia, si mette in testa di seguire gli indizi assumendo l’identità del morto. Ben presto scoprirà che quell’identità è di per sé un altro falso, e si troverà invischiato in trame superiori che coinvolgono corpi di polizia internazionale, servizi segreti, traffici di armi. Attraverso una serie di personaggi che si sovrappongono, si inseguono, depistano. E uccidono.

A quattro anni dal mio ultimo libro, un altro romanzo (era un giallo, il mio primo thriller), durante i quali sono stato impegnato a fare l’editore e l’editor di una rivista di satira, eccomi con “Mille mesi”, un poliziesco mozzafiato con pochi attimi di tregua. Temevo che la lunga inattività mi avesse prosciugato: non ero mai stato tanto lontano dai tasti di una macchina da scrivere o di un computer in veste di autore. Invece ho prodotto questo romanzo come un fiume in piena, anzi come un’alluvione. Appena due settimane, dal 4 al 19 agosto 2018. Forse è un record, chissà. (Di sicuro è il mio, di record, e difficilmente lo batterò.)

L’ambientazione è esotica: siamo in un posto imprecisato e indistinguibile del Mediterraneo, con elementi, lingua, toponimi, moneta, nomi propri e professioni di Paesi diversi. È una terra fantastica e immaginata ma non del tutto immaginaria, poiché vi ho calato dentro due elementi della mia terra d’origine, anche questi dalla denominazione manipolata; i personaggi hanno nomi anglosassoni, tedeschi, spagnoli, italiani, maltesi, albanesi, greci, slavi, a volte anche impronunciabili. Il “malloppo” — anzi “i” malloppi, perché ce n’è più d’uno — in marchi.
L’epoca è il 1994, e il romanzo si apre e si chiude nell’arco di un paio di settimane di quella primavera (stessa durata della stesura del libro, peraltro), negli stessi giorni della fine di Kurt Cobain. Perché proprio quell’anno? Volevo che non ci fossero non solo internet e i social network, ma nemmeno gli SMS: i cellulari erano stati introdotti da poco e non c’era un loro uso diffuso. Idem per i personal computer. E non c’erano neanche l’euro, la globalizzazione e la crisi odierna. Per la predisposizione narrativa che avevo al momento della redazione, a proposito di relazioni interpersonali, psicologia dei protagonisti e tipologia criminale-investigativa, doveva essere il mondo com’era una manciata di anni dopo la Caduta del Muro e la fine della Guerra Fredda, appena successivi al crollo dell’URSS: gli anni in cui si parlava di “Fine della Storia”, in cui permanevano piene evidenze del Novecento e si intravedevano soltanto da lontano (e male) tematiche da Terzo Millennio. Sebbene i temi fondanti più generali restino comunque quelli immarcescibili di sempre: delitto, castigo, potere, denaro, amore, morte. E azione, tanta azione.

Azione “calda”, non fine a se stessa, quella di “Mille mesi”: ossia con uno svolgimento serrato come si conviene ai thriller ma trattata con lo spirito narrativo dei miei numi tutelari, quegli autori a me carissimi nei quali l’ironia, la creazione di miti personali o collettivi, la riflessione filosofica e l’impegno sono inseparabili dalla poetica. Ne omaggio qui alcuni (in ordine alfabetico, per evitare torti letterari): Isabel Allende, Paul Auster, Roberto Bolaño, Jorge Luis Borges, Joseph Conrad, John Irving, Stephen King, Cormac McCarthy, Hermann Melville, Manuel Vázquez Montalbán, Álvaro Mutis, Chuck Palahniuk, Pier Paolo Pasolini, Daniel Pennac, Luigi Pirandello, Philip Roth, José Saramago. Niente male, per un “semplice” poliziesco, no?

 

Un’opera che, non potendo essere distribuita nelle librerie italiane, grazie al web riesce comunque a trovare posto nella libreria più importante. La tua.

 

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