Scrivere. Per un pubblico ristrettissimo |
Passano pochi libri tra le mani degli Italiani. Nel 2012 legge solo il 46% degli italiani sopra i sei anni (incremento dello 0,7% sui dati Istat 2011, il 45,3% della popolazione: ma ancora non si raggiunge la metà). La platea è di oltre 26 milioni di italiani. Sul dato complessivo pesa, come sempre, quello dei lettori medi e forti, che leggono più di sette libri l'anno: rappresentano il 30% del mercato e da soli generano tra il 39% e il 43% dei volumi di vendita di libri italiani. Al Centro-Nord si legge di più. La percentuale di lettori è superiore al 48% della popolazione, mentre al Sud e nelle Isole si scende sotto il 35%. Un'eccezione tra le regioni del Mezzogiorno è la Sardegna, dove la quota dei lettori è superiore alla media nazionale (46,7%). La differenziazione geografica non è solo nella lettura, ma anche nella produzione: due libri su tre sono pubblicati e stampati a Milano, Roma o Torino. Lombardia, Lazio e Piemonte sono infatti, rispettivamente, la prima, la seconda e la terza regione per produzione di titoli e tirature. Bene anche l'Emilia-Romagna e la Toscana. Grossa contrazione invece in Puglia, Calabria e Sardegna. OK ONLINE E E-BOOKS — I libri si comprano sempre meno in libreria e sempre più online. La prima nel 2012 passa, escludendo lo scolastico di adozione, dal 79% del 2008 all’attuale 73%; cresce invece la quota dei canali sul web: nel 2008 valevano il 3% e oggi arrivano all’11%, che salirebbe fino al 13% se consideriamo anche l’e-book. La grande distribuzione organizzata si conferma al 16%. GIÙ L’EDITORIA — La crisi non risparmia gli editori, che registrano un saldo negativo. Nel 2010 si contavano 2.700 case editrici, ma rispetto all'anno precedente il numero dei nuovi editori era inferiore al numero di quelli che avevano cessato l'attività. Benino invece la produzione libraria complessiva. Il 2010 segna un incremento passando da 57.558 opere pubblicate nel 2009 a 63.800 (+10,8%). Leggermente in crescita anche le tirature: un aumento del 2,5%, da 208 a 213 milioni di copie. Ma le case editrici puntano a offrire una scelta maggiore al lettore: aumentano i titoli del 6,8% e diminuiscono le tirature medie del 23,6%. Ampia preferenza poi per il lowcost: le edizioni il cui costo è inferiore ai 10 euro sono, sia per titoli (26,2%) che per tirature (40%), le pubblicazioni più consistenti. Complessivamente però il valore della produzione libraria è in calo. Nel 2010 era quantificabile in 4.052 milioni di euro: -9,3% rispetto all'anno precedente e il 16,4% in meno rispetto al 2005. Il 2012 poi è stato un vero e proprio “annus horribilis” per il libro: il mercato complessivo, che comprende anche il rateale, il book club, i collezionabili, l’export e le vendite a biblioteche, ha fatto segnare un calo del 6,3%.
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