Amico Mangla,
non possiamo prevedere la pubblicazione del tuo "Uomo Nuovo".
Saluti,
Marcello Baraghini (direttore editoriale)
Egregio Signore,
siamo spiacenti di comunicarle che in questo momento non ci è possibile prendere in considerazione ulteriori proposte essendo la nostra programmazione già satura per i prossimi anni.
Ringraziandola per la preferenza che ha voluto gentilmente accordarci, le porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Segreteria Editoriale
Caro "Mangla", grazie per averci inviato il tuo testo. Sappiamo che scegliere la casa o le case editrici cui inviare un manoscritto è per molti un'opera di accurata selezione: e siamo comunque grati a tutte le persone che ce ne inviano, per il solo fatto di esprimere, così, un'opzione e, di più, un desiderio - quello di venire pubblicati da noi. Il tuo manoscritto è stato catalogato e consegnato in lettura, e verrà esaminato nelle prossime settimane. Ci teniamo a dirti che a noi non piace inviare lettere "prestampate", impersonali e uguali per tutti. Dopo mesi di discussioni, ci siamo decisi a concepirne una come questa, che ha lo scopo di segnalare il ricevimento dei testi e, più importante, di evitarne a molti un'altra, un'altra ben più odiosa, tanto più dopo mesi e mesi di attesa: ci riferiamo alle lettere prestampate di rifiuto, che sono ormai costume di pressoché tutte le case editrici. Noi non abbiamo mai inviato lettere prestampate di rifiuto. Fino a qualche tempo fa, rispondevamo per iscritto e personalmente a tutti coloro che ci inviavano un testo - o almeno tentavamo di farlo: questo rimane un nostro ideale, e chissà, un giorno, quando avremo più tempo e personale, riusciremo a realizzarlo. Oggi ci è però, ti preghiamo di crederci, materialmente impossibile: il numero di manoscritti in archivio è cresciuto esponenzialmente, e riusciamo a esaminarli con la dovuta accuratezza solo a prezzo di una grande fatica; inoltre, tentiamo di leggere i manoscritti in redazione, facendo poco conto su forze esterne. (Sì, si potrebbe dire che ci fidiamo solo di noi...). Questa lettera serve proprio a dirti che, nel caso in cui il tuo manoscritto venisse rifiutato, non riceverai da noi nessuna lettera prestampata. Non dovrai leggere dichiarazioni come: "Il suo manoscritto è stato esaminato con interesse...", "...non adatto alla linea editoriale...", "...la ringraziamo per la fiducia concessaci..." Continuiamo a trovare preferibile e più onesto il silenzio, rispetto a un interesse preteso, a scuse non richieste.
Se entro sette-otto mesi da quando riceverai questa lettera non ti sarà giunta risposta, considera dunque il tuo manoscritto rifiutato. Scartare un testo non è mai facile, ed è un processo altamente fallibile. Il nostro pensiero va sempre a Francis Scott Fitzgerald, che collezionò, all'inizio della sua carriera, centoventidue lettere di rifiuto (la gran parte prestampate): le teneva appese a un muro del suo studio, veri trofei dell'ottusità editoriale. Speriamo davvero di saper essere lungimiranti noi, nel leggere il tuo manoscritto.
Grazie ancora, la redazione di minimum fax
minimum fax s.r.l. piazzale di ponte milvio, 28 - 00191 roma
Grazie, siete stati molto carini, appenderò per otto mesi il Vs messaggio davanti alla macchina da scrivere e resterò in trepida attesa...
Mangla, RC
EMAIL 7 OTTOBRE 2005
From: CL <xxxx@saggiatore.it>
To: <cymetral@hotmail.com> (l’email “camuffata” che avevo usato nel mailing, ndr)
Subject: L'uomo nuovo
Date: Fri, 07 Oct 2005 17:31:28 +0200
Buongiorno,
Le volevo dire che stiamo leggendo con interesse il suo libro e le chiedo perciò di tenerci aggiornati riguardo a questo titolo.
Grazie, un cordiale saluto
CL
--
Foreign Rights
Gruppo editoriale il Saggiatore Spa
Via Melzo 9
20129 Milano
Switchboard +39 02 202301
Fax +39 02 29513061
(LA MIA RISPOSTA) EMAIL 13 OTTOBRE 2005
From: <cymetral@hotmail.com>
Data: Thu, 13 Oct 2005 11:22:34 +0200
A: xxxx@saggiatore.it
Oggetto: Re: L'uomo nuovo
Salve,
che piacere ricevere il Suo messaggio! Purtroppo sono rimasto senza internet per 1 settimana, e mi è giunto solo oggi: mi scuso quindi per il ritardo nella risposta.
Sto provando a chiamarLa al numero 02.20230xxx (mi è stato dato al centralino 202301), ma dev'essere fuori stanza. Riproverò, ma intanto Le lascio il mio cellulare: 337.xxxxxx.
Riguardo a "L'Uomo Nuovo", beh, Almon Runeystijr, Jean-Baptiste Premiere Matropater, Gorgeus Bunz e gli altri, sono tutti alla ricerca di un editore. Se è questo che intendeva, è un libro (con dietro un autore) libero da contratti e mai edito da alcuno.
Per la verità avrei in cantiere anche un seguito (meno politico e più esoterico), ma difficilmente mi metterò a scriverlo, se anche "L'Uomo Nuovo", come le altre mie opere, non troverà riscontri editoriali.
Anyway, spero di sentirLa presto, e di ricevere da Lei notizie incoraggianti.
Cordiali saluti,
"Mangla"
14 OTTOBRE 2005, TENTO DI NON PERDERE CONTATTO...
From: <cymetral@hotmail.com>
Data: Fri, 14 Oct 2005 16:47:11 +0100
A: xxxx@saggiatore.it
Oggetto: Contact
Salve,
la mia sfortuna nel contattarLa continua, sia al Suo diretto che al centralino.
Forse è in ferie.
O forse mi son sognato tutto, e Lei non esiste...
Oppure qualcuno mi ha fatto uno scherzo?...
(O ancora, è così immersa nella lettura del mio titolo da non poter rispondere?!?...)
Il dubbio mi rode, tenterò ancora.
14 OTTOBRE 2005, SI FA VIVA.
Da: CL <xxxx@saggiatore.it>
Data: Fri, 14 Oct 2005 17:28:38 +0200
A: <cymetral@hotmail.com>
Oggetto: Re: Nu-man
Buongiorno,
In effetti è stata una giornataccia e le prossime settimane saranno peggio dato che ci sarà la fiera del libro di Francoforte. La volevo nel frattempo informare che stiamo leggendo il suo testo, e che le sapremo dare una decisioine a fine ottobre, inizio novembre, mi metterò in contatto allora.
Un cordiale saluto e a presto,
CL
IO, 17 OTTOBRE 2005
Da: <cymetral@hotmail.com>
Data: Mon, 17 Oct 2005 08:35:45 +0100
A: CL <xxxx@saggiatore.it>
Oggetto: Re:
Va bene, non vedo l'ora!
(PASSA 1 MESE E MEZZO...) 02 DICEMBRE, MI FACCIO VIVO IO.
Da: <cymetral@hotmail.com>
Data: 02 dicembre 2005 20:07:45 GMT+01:00
A: CL <xxxx@saggiatore.it>
Oggetto: Mi duole disturbarla, ma
Salve,
mi duole disturbarla, ma le Sue parole di un mese e mezzo fa mi offrono ancora uno spiraglio di speranza...
PASSANO ALTRI 10 GIORNI, E STAVOLTA AL MESSAGGIO ALLEGO ANCHE UN’IMMAGINE PER INCURIOSIRLA...
Da: <cymetral@hotmail.com>
Oggetto: I: Mi duole disturbarla, ma
Data: 12 dicembre 2005 14:06:57 GMT+01:00
A: CL <xxxx@saggiatore.it>
Forse sbaglio ad insistere ancora, ma è strano che neanche risponda... È ancora questa la Sua casella?
E LEI FINALMENTE MI TOGLIE DALL’ANSIA...
Da: CL <xxxx@saggiatore.it>
Data: 12 Dec 2005 17:35:08 +0200
A: <cymetral@hotmail.com>
Oggetto: Re: Nu-man
No, non sbaglia, il fatto è che siamo stati chiusi per il lungo ponte e precedentemente ero fuori ufficio. Per ciò che riguarda il suo romanzo non le ho risposto non essendo in realtà ancora in grado di darle una risposta definitiva. Siamo interessati anche se, come lei stesso ammetterà, la complessità del libro non è 'cosa da poco'. Abbiamo - parlo al plurale dato che in più d'uno l'abbiamo/lo stiamo leggendo - deciso di riprenderlo in mano durante le vacanze e le saprò dire in modo più definitivo dopo capodanno. Le posso chiedere nel frattempo il perché della scelta di non usare le maiuscole e di nomi tanto complicati (se non altro in termini di pronuncia). Se preferisce una breve chiacchierata, mi lasci il suo numero e anche un orario a cui la posso trovare domani.
Un saluto cordiale,
CL
NON MI LASCIO SCAPPARE L’OCCASIONE:
Da: <cymetral@hotmail.com>
Oggetto: I: Mi duole disturbarla, ma
Data: 12 dicembre 2005 21:05:39 GMT+01:00
A: CL <xxxx@saggiatore.it>
Che bello "sentire la sua voce"!
Salve,
Le rispondo con estremo piacere, e quando (e se!) ne avrà voglia, posso anche prendere il primo aereo e salire su in Via Melzo per sottopormi di persona a qualunque Suo "terzo grado".
*La complessità del libro* - Me ne sono accorto solo quando era finito: l'affresco che avevo fatto dell'insensatezza umana era più grande della parete che volevo riempire...
Quel furbone di Dan Brown ha colto nel segno —cavalcare il nostro disperato bisogno di risposte spirituali— sfruttando il solo filone del Graal e della Maddalena, invece il piccolo, sconosciuto e pretenzioso Mangla ha esplorato in più altri cinquanta filoni insieme e si è ritrovato, dopo trenta mesi di lavoro, con 1400 pagine (sì: tante erano le pagine della versione iniziale!) e Dio che ancora restava cocciutamente silenzioso... Meno male che l'opera è anche un giallo, con tanto di soluzione-finale-della-charada!
Il libro è complesso, certo (però mai quanto la mia ex-moglie, ndr). Come è complesso ogni tentativo di riflessione su temi "ultimi" quali «chi siamo e che ci facciamo qui» oppure «perché Dio se ne sta zitto di fronte al male».
E, eresia!, dopo tutta la fatica mentale necessaria ad attraversarlo per intero, ha perfino la presunzione di aprire nuovi sconcertanti interrogativi (il cervello umano è un organo caduto in disuso con l'evoluzione, come le tonsille?, le Torri Gemelle se le sono buttate giù 'involontariamente' gli stessi Americani?, la Democrazia è una finzione?, la Mucca Pazza e l'Influenza Aviaria e la Lecciso sono tecniche di sottomissione dei popoli?, i Vangeli sono taroccati perché Gesù diceva altro?, Aldo Moro è stato fatto fuori dalla Massoneria Atlantica?, la P2 ha in realtà realizzato pienamente i propri scopi?)...
Però credo che assolva pienamente alla sua funzione: una bella riflessione a tutto campo, abbondante come un pranzo di nozze dalle cento portate, sull'impossibilità di «ricavare energia pulita». Offrendo l'unica risposta possibile al Silenzio di Dio su questo sperduto sasso che ruota intorno ad un tizzone siderale: l'ironia. L'importanza di un Viaggio Smaliziato a fronte dell'assoluta irrilevanza sia della Partenza che della Meta.
L'autrice della "postfazione" ha riconosciuto —l'unica fino ad oggi, oltre al protagonista Tonyard che però non è "reale"— lo sberleffo sublime che sta al fondo de "L'Uomo Nuovo": lo scrittore è Dio, il libro è la sua Opera Tragicomica, i personaggi del libro (come le "persone reali") non possono far altro che danzare al ritmo della Grande Beffa facendo domande che non avranno risposta. Turandosi il naso (cioè ottundendosi il cervello, organo donatoci per fare ben altro) per protesta contro il "Dio-scrivano".
Concetto difficile?
Certo: mica sono Dan Brown! Io adoro Louis-Ferdinand Celine e i Genesis e 2001 Odissea nello Spazio, dottoressa Liuzzi.
*I nomi complicati* - Nella loro ragion d'essere, si tratta di "onomatopea psicologica"; nella loro genesi (non ci crederà, ma la cosa funziona proprio così) succede al mattino, al risveglio. Me li ritrovo in testa, e li appunto subito su una lista che tengo da anni. Mentre scrivo, questa lista staziona sempre davanti a me, e al momento buono, quando si tratta di battezzare un personaggio, non ho che da scegliere il nome che "suona meglio" in base al ruolo che quel personaggio ha nella sceneggiatura.
Ad esempio, un tipo che deve avere un'aura di mistero, che deve echeggiare invisibili influenze superiori, che ha legami con Massoneria e scuole occultiste e capi di governo e faccendieri internazionali, non può presentarsi al Nume Lettore con un nome insipido come James o Kurt o Vincenzina ed un cognome altrettanto inodore-e-incolore come Williamson o Buratti o Von Kassowitz, deve 'suonare' terribile ed evocativo e la nazionalità dev'essere inafferrabile, dev'essere aleatorio come se si trattasse di un'esperienza onirica (qual è questo libro): per cui "Almon Runeystijr", oppure "Jean-Baptiste Premiére Matropater" (che ha significati esoterici: "Giovanni il Battista" è l'alternativa massonica a Gesù Cristo e sta alla base della mitologia del Priorato di Sion, "premiére" è il riferimento allo sconosciuto "Jean I" sempre nella affascinante burla dei Priori di Sion, "matropater" è un gioco di parole che ammicca alla mistica Templare-Rosicruciana di Dio ad un tempo "padre e madre" dell'umanità).
A volte, invece, il "nome strano" è un vero e proprio gioco a sorpresa... Lungo tutta l'opera, ogni tanto fa capolino la giornalista Shandy Judy Lee; proprio in chiusura (pag. 816), quel nome si rivela per ciò che è —una presa in giro dell'autore del libro— quando qualcuno evita che la giornalista calpesti un cadavere:
Il capo dei poliziotti allungò un braccio verso la vamp, che stava per calpestare lo slavo steso sul pavimento.
– Attenzione, Scendi Giù di Lì.
Cymetral la fissò con livore.
– Quella sarebbe Shandy Judy Lee? – sibilò.
*Maiuscole e minuscole* - A pag. 221, in basso, ho fatto apparire una fugace spiegazione di quest'uso forse inconsueto (ma non unico, perché il buon Bukowski scriveva allo stesso modo): «...tentò di sbirciare oltre le virgole, gli spazi, le poche maiuscole che sottolineano le cose veramente importanti.» Sottolineare le cose veramente importanti: è questa la funzione che assegno alle maiuscole, tutto il resto non merita lettere così alte.
Tento di spiegarglielo meglio. 'Democratizzando' l'intero vocabolario italiano, ossia mettendo tutte le parole su uno stesso piano visivo, ho la possibilità di utilizzare la pagina come una specie di pianura grafica sulla quale spiccano, con intensità variabile, i termini sui quali voglio porre l'accento (e per importanza per la trama, e per importanza di "mood"). Guardi ad esempio a pag. 644, dentro al capoverso che comincia con «- vedi, inglés - disse Bulvina...» e termina con «...XXI Secolo»: sulla "pianura grafica" spiccano drammaticamente «Fine Della Civiltà Degli Idrocarburi» e «Industria Mondiale Della Sicurezza», come si trattasse di titoli in borsa o marchi di fabbrica, e appunto marchio di fabbrica (in un contesto, come quello dei no global di Bulvina, prettamente anti-imperialista) vuole esattamente essere il termine «Paura», che infatti è ironicamente accompagnato dal relativo simbolo di trademark.
Oppure ancora all'inizio di pag. 638, l'uso di maiuscole e maiuscoletti diventa una specie di danza oppressiva, funzionale all'impressione ad un tempo di angoscia e di futilità (da espressioni umane come Harakat ul Ansar o Hizbullah «non possiamo certo ricavare energia pulita») che in quella situazione si vuole comunicare a chi legge.
In buona sostanza, le 26 lettere (più le 10 cifre e gli altri segni) dell'alfabeto hanno un potere visivo enorme, se usate con un po' di... mancanza di rispetto per le austere regole grammaticali.
(LA PRIMA EDIZIONE DEL LIBRO ERA REDATTA CON UN USO MOLTO PARTICOLARE DELLE INIZIALI MAIUSCOLE, NDR)
Per oggi ho finito di "ottunderle l'organo caduto in disuso": mi perdoni se ho approfittato delle Sue domande, ma non so se avrò mai un'altra occasione per parlare con un Vero Editore (ah, le maiuscole!)...
Se ha bisogno di copie supplementari de "L'Uomo Nuovo", non esiti a richiedermele (ne ho una stanza piena...). E se desidera avere sulla scrivania anche le altre mie opere, faccia altrettanto senza esitare (la mia casa ha varie stanze).
Mi auguro di sentirLa presto, e in ogni caso Le auguro un Ottimo Inizio.
Cordialissimi saluti,
Mangla
PS - il mio cellulare è 337.xxxxxx. Ogni ora è buona.
ARRIVA IL NUOVO ANNO. NESSUN SEGNALE. POI IL 30 GENNAIO... MI TELEFONA! PROPRIO MENTRE HO UNA LARINGITE CHE MI HA TOLTO LA VOCE!
(Succo della telefonata, dove praticamente parla solo lei senza che io possa intervenire granché per via della gola in fiamme, ndr) - «Allora, l'abbiamo letto, mi piace molto, ne abbiamo discusso a lungo, ho trovato delle parti veramente adorabili, ho preso anche appunti, ma è troppo esteso, e in fin dei conti non crediamo che possa rientrare nelle nostre collane, per cui mi spiace, ma abbiamo... deciso di no!
Comunque se scrive altre cose, me le mandi pure, il suo stile mi piace molto.»
MA COME? VI PIACE E NON LO PUBBLICATE?!? DEVO REAGIRE... SONO SENZA VOCE, QUINDI MI PRECIPITO A SCRIVERLE UN'EMAIL...
Da: <cymetral@hotmail.com>
Data: 30 gennaio 2006 16:18:05 GMT+01:00
A: CL <xxxx@saggiatore.it>
Oggetto: Ciò che non ho poturo dirle per telefono
Salve dottoressa CL,
mi spiace di non esser riuscito ad esprimermi poco fa (Sua cortese telefonata) per colpa di questa laringite che mi perseguita fin dall'Epifania...
Avrei voluto approfittare del contatto, anche se "negativo" per il mio libro, per approfondire un po' la questione (che a Voi è costata un mucchio di tempo in lettura) e scoprire, tramite la Vs esperienza e in particolar modo attraverso "gli appunti" che Lei ha personalmente preso, quali fossero, PER UN EDITORE, i pregi ed i difetti di quest'opera.
Le sarò quindi immensamente riconoscente se vorrà spendere altri 5 minuti del Suo tempo (sono gli ultimi che Le rubo!) per accennarmi, anche sommariamente con un reply a questa email, ai motivi per i quali avevate preso in considerazione l'ipotesi di una risposta POSITIVA: per me sarà un'occasione di crescita impagabile!
(Segue spiegazione del fatto che, vista l’impossibilità di un contatto con l'editoria italiana, mi sono messo a vendere i miei libri con un sito “fai-da-te”, cioè questo, e che la cosa sta avendo un discreto successo, ndr)
Un abbraccio fortissimo.
mangla
NESSUNA RISPOSTA.
SEGUONO ALTRI TENTATIVI SIA TELEFONICI (LA LARINGITE È IN SEGUITO OVVIAMENTE GUARITA) CHE VIA EMAIL, E PERFINO VIA FAX: SENZA SUCCESSO. LA DOTTORESSA “CL”, IL PRIMO VERO EDITORE AD AVER LETTO “L’UOMO NUOVO”, SVANISCE NEL LIMBO.
E VIENE SPESA QUI, A PRESENTE E FUTURA MEMORIA, L’ULTIMA MIA ONCIA DI SOPPORTAZIONE: CON GLI EDITORI HO CHIUSO.
(...non è vero, non mi sono affatto arreso: 18 mesi dopo, per “Yeshua”, ho ritentato, e con qualcosa di ancor più accanito: qui la case history.)